9 APRILE 1906 - 29 GENNAIO 1945
Mancavano solo 33 giorni all'arrivo degli Alleati nella città di Krefeld (Germania occidentale), alla fine della Battaglia della Ruhr, una delle più sanguinose della Seconda Guerra Mondiale.
La città, provata da continui bombardamenti, era distrutta nella sua quasi totalità. In una di quelle incursioni, il 29 gennaio 1945, gli aerei colpirono anche il campo di prigionia non molto distante dal centro abitato.
Era quello che si definiva uno Stalag, un campo di lavoro dove la Wehrmacht rinchiudeva i militari nemici catturati. Fra loro, dal 9 settembre 1943 c'era anche Francesco Casiraghi, richiamato alle armi il 21 agosto di quello stesso anno, a 37 anni, nel 3° Reggimento Genio Telegrafisti (lo stesso in cui Guglielmo Marconi aveva svolto servizio volontario durante la Prima
Guerra Mondiale).
Casiraghi era partito dalla sua casa natale, in Cascina Santa Maria Molgora, dove viveva con i genitori Albino e Luigia e la sua numerosa famiglia.
Quindici mesi di lavori forzati, di fatica, di fame, di freddo, di violenza psicologica e fisica. E a soli 33 giorni dalla liberazione, il bombardamento fatale.
Francesco Casiraghi fu dato per disperso fino al 1949, quando un suo commilitone sopravvissuto si presentò al Sindaco del paese in cui abitava, nei pressi di Como, facendo mettere per iscritto di avere visto morire Francesco alle ore 15, mentre infuriava l'attacco aereo.
Le spoglie di Francesco Casiraghi riposano oggi al cimitero militare d'onore di Amburgo.
VIMERCATE
*** la posa della pietra è prevista per l'anno 2024
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